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Chiamato ad annunciare

Chiamato ad annunciare la tua Parola,
aiutami Signore, a vivere di Te,
e a essere strumento della tua pace.
Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita,
perché le parole, quando veicolano la tua,
non suonino false sulle mie labbra.
Esercita su di me un fascino così potente,
che io abbia a pensare come Te,
ad amare la gente come Te,
a giudicare la storia come Te.
Concedimi il gaudio di lavorare in comunione
ed inondami di tristezza ogni qualvolta che,
isolandomi dagli altri,
pretendo di fare la mia corsa da solo.
Infondi in me una grande passione per la Verità,
e impediscimi di parlare in tuo nome
se prima non ti ho consultato con lo studio
e non ho tribolato nella ricerca.

Salvami dalla presunzione di sapere tutto.
Dall’arroganza di chi non ammette dubbi.
Dalla durezza di chi non tollera ritardi.
Dal rigore di chi non perdona debolezze.
Dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.
Trasportami, dal Tabor della contemplazione,
alla pianura dell’impegno quotidiano.
E se l’azione inaridirà la mia vita,
riconducimi sulla montagna del silenzio.
Dalle alture scoprirò i segreti della “contemplatività”,
e il mio sguardo missionario arriverà più facilmente
agli estremi confini della terra.


Tonino Bello

Cristo non ha mani

Cristo, oggi, non ha più le mani
ha soltanto le nostre mani
per fare il suo lavoro.
Cristo non ha più piedi
ha soltanto i nostri piedi
per guidare gli uomini sui suoi sentieri.
Cristo non ha più voce
ha soltanto la nostra voce
per raccontare di sé agli uomini di oggi.
Cristo non ha più forze
ha soltanto il nostro aiuto
per condurre gli uomini a sé.
Noi siamo l’unica Bibbia
che i popoli leggono ancora;
siamo l’unico messaggio di Dio
scritto in opere e parole. Così sia.

Anonimo fiammingo del XIV secolo