Skip to main content

Professione Perpetua 12 settembre 2020

12 Settembre 2020 a Capua, Caserta abbiamo Celebrato la professione Solenne di 12 Sorelle. Ecco le parole che l’Arcivescovo di Capua Eccellenza Mons. Salvatore Visco ha rivolto alle suore. Mi fa piacere che stiamo celebrando questo momento importante per voi, per la Congregazione questa domenica 24mo del tempo ordinario che parla anche della Misericordia e del perdono. Devo dire che insieme ai voti di povertà, castità, obbedienza in qualche modo se prendiamo sul serio quello che abbiamo ascoltato la Parola del Signore anche la misericordia e perdono diventano parte del bagaglio di ogni battezzato però vi ricorderete nella vostra esistenza che avete fatto la professione perpetua in questa domenica in cui il Vangelo proclamava questo. Ci viene naturale richiamare la preghiera del Padre nostro: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo i nostri debitori. Il vivere insieme è un momento di grande gioia, di grande grazia ma potrebbe essere anche motivo di difficoltà, di attriti. Allora crescere nel rispetto dell’altro, nell’ascolto dell’altro, crescere nell’amore verso l’altro anche nella sopportazione del perdono fa sì che la domanda di Pietro che in qualche modo implicitamente si dà da solo una risposta ma che non viene accolta da Cristo perché Gesù diceva una cosa di più: << quanti volte devo perdonare il mio fratello se pecca contro di me?>> Pietro fa una domanda definitiva e la risposta sta dentro: “fino a sette volte?” Sette sapete un numero simbolico significa molti volte e Gesù lo invita a fare moltiplicazione ma rispondere in maniera paradossale non sette volte ma settanta volte sette. Come vuoi tu ricevere il perdono, vivere la misericordia se non sei capace di donare la misericordia? Quindi la nostra vita acquista un senso, un significato se riusciamo e voi religiose lo sperimentate ogni giorno sicuramente nella meditazione e nella preghiera questa unità profonda che voi dodici consorelle state per proclamare ufficialmente e timbrare con una volontà fortissima impegnandovi per tutta la vita a essere fedele ai voti che oggi, tra poco proclamerete davanti alla vostra Madre Generale, davanti al Vescovo, di fronte alla comunità. Più volte sicuramente i vostri formatori vi hanno ricordato che la vita consacrata è un anticipo della vita che verrà, quasi una profezia di quello che verrà, profezia del mondo nuovo alla fine dei tempi quando il Signore verrà a ricostruire quel equilibrio che uomo in qualche modo ha turbato e continua a turbare con il peccato. Ecco, forse in questo dovremmo noi cristiani impegnarci un po’ di più partendo dal rispetto dei fratelli, perdono del fratello che supera anche l’indicazione dell’antico testamento. Ricordate il profeta Geremia, il profeta più importante dell’Antico testamento quando si vide tradito dagli amici si rivolge al Signore con una preghiera rispettosa ma tremenda: lui non chiede di vendicarsi da solo ma si rivolge dicendo che io possa vedere la tua vendetta su di loro. Ma l’immagine di Geremia in questo caso non ci può aiutare ad essere buoni cristiani. Per seguire ad essere buoni cristiani dobbiamo imitarci Gesù sulla croce che di fronte ai suoi crocifissori e a quelli che lo prendono in giro dice al Padre, padre perdonali perché non sanno quello che fanno. Invito a inserire nel vostro spirito, nel vostro cuore l’impegno fondamentale di formare gli impegni ai consigli evangelici: povertà, castità, obbedienza e dentro di voi dire: << voglio essere operatore di pace all’interno della mia comunità, voglio essere proclamatrice della misericordia di Dio.